Nelle scorse settimane il settimanale di gossip francese Closer è stato condannato da un tribunale di Nanterre per la pubblicazione delle fotografie della Duchessa di York, Kate Middleton, a seno scoperto. La giurisdizione francese di quel tribunale ha impedito al giudice di esprimersi riguardo al quotidiano irlandese Independent Star e al settimanale italiano Chi, quest'ultimo di proprietà della Mondadori, proprio come Closer.
Non vogliamo entrare nel merito della disputa legale sulla - eventuale - violazione della privacy, e nemmeno della scelta di alcuni fotografi di guadagnarsi da vivere inseguendo e fotografando le celebrities, soprattutto se prive di vestiti.
Ci interessa invece di più la formulazione della sentenza nella quale (confrontando varie versioni in italiano, in inglese e in francese) il giudice ingiunge candidamente al settimanale di "consegnare tutti i supporti digitali contenenti le foto". Qualche giornale italiano particolarmente ignorante in materia di tecnologie digitali, ha addirittura scritto "consegnare gli originali delle foto". Seguendo questa precisa indicazione la polizia francese, il 20 settembre scorso, giorno successivo alla sentenza del giudice, è andata nella redazione di Closer a "requisire" le foto.
Non abbiamo informatori o talpe che possano fornirci una versione di prima mano delle modalità dell'intervento delle forze dell'ordine, ma, potremmo scommetterci, in questo momento ci sono più copie in circolazione di quelle foto di Kate in monokini di quanti siano i granelli di sabbia del Sahara moltiplicati per il numero delle stelle della Galassia.
E' grottesco che si intimi ad una redazione o a chicchessia di "consegnare tutte le foto" o addirittura "gli originali" ai tempi del "cloud computing". Forse qualcuno deve avvertire la magistratura francese che non si utilizzano più i dagherrotipi.
Da dove si può partire con un VASTO programma di alfabetizzazione digitale? Dai giudici? Dai giornalisti? Dai legislatori?
O lasciamo invece perdere, così almeno abbiamo argomenti sui quali farci quattro gustose risate?
Un settimanale danese, Se og Hor, ha pubblicato nei giorni scorsi, oltre agli innocenti scatti di Kate in topless, anche altre, inedite foto in cui la nobildonna appare in ulteriori, ancor meno coperte, sembianze. Il sequestro, o meglio, la consegna forzata delle immagini era riferito infatti unicamente alle foto già pubblicate dal settimanale francese. Si parla di almeno duecento scatti nella disponibilità dall'ignoto fotografo. Un'ampiezza di scelta che potrebbe tranquillamente alimentare i rotocalchi di gossip di tutto il globo per molte altre settimane.
A metà settembre, durante la visita reale in una isola sperduta del Pacifico (arcipelago delle Tuvalu), la coppia di duchi britannici è stata accolta da un balletto di sessanta donne indigene che si esibivano tranquillamente e felicemente nel loro abito tradizionale. Non è una novità che da quelle parti sia assolutamente normale esibirsi a torso nudo.
L'abito di Kate Middleton era invece castigatissimo.