Ma questa è solo teoria, per le versioni online dei più consultati quotidiani italiani: hanno scoperto il citizen journalism, stanno facendo esperienza di social networking e si sono lanciati in operazioni di giornalismo apparente.
L'ultima moda, nelle redazioni di la Repubblica.it, Corriere della Sera.it e La Stampa.it è la fotogallery con le foto dei lettori. Con la segreta speranza di potersi vantare di aver ricevuto tante, anzi tantissime immagini. Della qualità (delle foto, dei racconti, del giornalismo...) non importa a nessuno.
Nella home page di la Repubblica.it c'è, in buona evidenza, il link per inviare le immagini al giornale "Mandateci le vostre foto". Evidentemente l'operazione ha avuto successo perché vanta ben 1200 scatti arrivati. Le gallery così costruite sono impilate in un menù dove si mischiano ai reportage dei fotografi e delle agenzie. Come si fa a distinguere le une dalle altre? Semplice: le foto dei lettori sono quasi sempre firmate. Quelle dei giornalisti no.
Il Corriere della Sera.it aveva cominciato creando delle "collettive" a tema, senza data e con un titolo il più delle volte così generico da poter comprendere di tutto, anche manifestazioni svoltesi in città diverse. Poi ha scoperto la risorsa "foto dei lettori" e non ha più aggiunto gallery d'autore. Ma tanto non si nota, visto che le immagini, senza data, sono "sempreverdi". A La Stampa.it devono essersi accorti tardi della ghiotta (ed economica) opportunità, fatto sta che l'appello a mandare le immagini è di soli tre giorni fa e ha fruttato appena una trentina di immagini, quasi tutte inviate dalla stessa persona. Però sono ben separate dalle fotogallery ufficiali: nell'area dedicata al "multimedia" si accatastano servizi sulla scuola, su Playboy, sull'ultimo incidente automobilistico e sulla festa del cioccolato. Le foto dei lettori invece sono convogliate in un forum, il cui meccanismo di visualizzazione non è dei più immediati.
Quali sono i vantaggi nel richiedere ai lettori di inviare materiale fotografico? Non è rischioso pubblicarlo insieme a (o al posto di) fotografie realizzate da fotogiornalisti? C'è l'importante possibilità di attingere ad una riserva di materiale proveniente da punti di vista molto vari, come avere uno staff di fotografi distribuito e "interno" al movimento. Ma è probabilmente il vantaggio economico (i lettori non si aspettano di essere pagati per le loro immagini) ad essere predominante. Il costo dell'organizzazione e della sistematizzazione delle immagini è decisamente trascurabile, nell'economia di un sito come quelli in esame. Ovviamente però ci sono anche dei lati negativi: la qualità delle immagini è di solito scarsa; la correttezza e la credibilità delle fotografie fornite non sono per niente scontate, e spesso nemmeno verificabili. La visione d'insieme, che dovrebbe essere base per la scelta delle immagini da fornire da parte di un fotografo, qui non è nemmeno richiesta. La confusione tra contributi di tipo diverso (fotografie posate o fatte in studio assieme a scatti realizzati in situazioni reali), che per correttezza dovrebbe essere dichiarata in maniera preventiva, diventa possibile solo a posteriori.