In difficoltà le piccole e medie agenzie fotogiornalistiche italiane

Riportiamo integralmente un pezzo di Amedeo Vergani diffuso il 23 Aprile 2006 tramite la newsletter del Gruppo di Specializzazione dei Giornalisti dell'Informazione Visiva dell'Associazione Lombarda Giornalisti

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Dal Gadef un'analisi che non lascia speranze

CLIMA DA "DE PROFUNDIS"
PER LE PICCOLE E MEDIE
AGENZIE DI FOTOGIORNALISMO

Clima da autentico "de profundis" anche per le piccole e medie agenzie che in Italia si occupano di fotogiornalismo. Così sicuramente secondo Pino Granata, titolare dell'omonima agenzia e vice presidente del Gruppo Agenzie Distributori e Fotografi di Milano, organismo che, all'inizio degli anni '80, aveva determinato per il giornalismo fotografico italiano un importante salto di qualità nelle regole di rapporto con gli editori in particolare sul fronte delle tariffe per la pubblicazione di foto e per le prestazioni professionali.
" Il nostro lavoro è ormai alla fine e questo credo che pochi possano
negarlo. Alla fine per ragioni oggettive ed internazionali ed anche perchè così certe agenzie ed editori hanno voluto - ha affermato Granata in una presa di posizione interna al Gadef rilanciata dal periodico "Tribuna Stampa", organo dell'omonima corrente sindacale dell'Alg che raggruppa esclusivamente pubblicisti.
"Le ragioni internazionali - ha spiegato Granata - sono il fatto che ci sono alcune agenzie (Getty, Corbis ed altre) che ormai controllano l'80% del mercato e fanno quindi il bello e il cattivo tempo. Per esempio, queste agenzie offrono agli editori ed ai pubblicitari l'accesso a centinaia di migliaia di immagini di cui possono fare ogni uso per una cifra d'abbonamento risibile, tipo 400 Euro mensili. Poi c'è il royalty free che permette di acquistare libere da diritti un migliaio di immagini di buona qualità a 3 o 400 euro. Capite che a questo punto non c'è più concorrenza ed il nostro dibattere sui rapporti tra fotografi ed agenzie diventa risibile.
D'altra parte anche noi ce l'abbiamo messa tutta per trovarci nella
situazione in cui ci troviamo.Giulia Carrese e pochi altri sono testimoni di quanto abbiamo fatto per tenere in vita il Gadef e del muro di gomma che abbiamo trovato e del disinteresse che c'è stato".
Granata lancia poi un preciso "j'accuse" nei confronti delle principali
agenzie fotografiche che rilanciano sul mercato italiano produzioni
fotogiornalistiche straniere. "Il Gadef , finché le grandi agenzie come
Grazia Neri, Contrasto, Olympia, etc. lo hanno sorretto, ha svolto
magnificamente il suo compito, poi, ad un certo punto, le agenzie suddette ed anche altre, per motivi che vanno da interessi di gruppo a semplici ripicche, hanno fatto volontariamente decadere il ruolo di quella formidabile macchina da guerra che era il Gadef".
"E' ormai troppo tardi per salvare il salvabile?" si chiede, concludendo, Granata . "Io credo di si" è la sua risposta.

Amedeo Vergani, presidente Gsgiv dell'Alg

Milano, 23 aprile 2006

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