Raffaele Ciriello vittima del terrorismo: sentenza del tribunale di Milano

La decima sezione del Tribunale civile di Milano ha riconosciuto al fotoreporter italiano Raffaele Ciriello, ucciso a Ramallah in Cisgiordania nel 2002, lo status di «vittima del terrorismo internazionale». Accogliendo le richieste dei familiari il Tribunale ha così esteso i benefici di legge in favore della vedova e della figlia e il Ministero dell'Interno dovrà applicare le elargizioni previste dalla legge per le vittime del terrorismo e fare fronte alle spese di giudizio.

La decisione conclude una lunga battaglia giudiziaria portata avanti dalla vedova dopo il rigetto di ogni sua richiesta da parte degli organi competenti: lo Stato di Israele non aveva riconosciuto la propria responsabilità e lo Stato italiano non aveva riconosciuto di poter elargire le provvidenze previste dalla legge per le vittime di mafia e terrorismo o per quelle del terrorismo internazionale.

Secondo il Ministero dell'Interno mancavano sia la riconducibilità dell'evento ad una causale propriamente terroristica, sia la possibilità di invocare i benefici previsti dalla L. 206/2004, in quanto ritenuta applicabile solo per eventi risalenti al massimo al 2003. Ma la Legge 244 del 2007 ha esteso i benefici anche agli eventi verificatisi all'estero e risalenti ad epoca anteriore.

La sentenza ha tenuto conto sia della nuova legge, sia dell'interpretazione da parte dai giudici del primo processo milanese sul terrorismo islamico (la cui sentenza era stata confermata in Cassazione) i quali hanno chiarito che la «matrice terroristica» di un evento è riferita non soltanto agli attentati terroristici, ma anche alle condotte di soggetti incolpevoli compiute nel contesto di conflitti armati di contrasto al terrorismo.