Le fotografie nella stagione elettorale

  • fonte: Columbia Journalist Review Octobetr 14, 2016
  • titolo articolo: 7 photos that capture the absurdity of this election season
  • nota: screen shot

La Columbia Journalist Review, il 14 ottobre 2016, ha pubblicato l’articolo 7 photos that capture the absurdity of this election season di Michael Shaw. L'autore - fondatore ed editore del sito ReadingThePictures - scrive di come l’ultima campagna elettorale americana sia caratterizzata da “fotografie spigolose, aggressive e ciniche”. Fotografie mai viste negli anni passati. Come se si fosse persa la tradizionale correttezza da parte degli operatori e dei media nel fare comunicazione visiva. Si mostra preoccupato dal tono di sfida di alcuni fotografi, agenzie di stampa, giornali e dal conseguente indebolimento della copertura fotografica della campagna. Porta 7 esempi di immagini che non avrebbero dovuto essere pubblicate.

Al nostro occhio, abituato da sempre alle smorfie nei ritratti dei politici o alle didascalie allusive pubblicate dalla stampa nostrana, possono sembrare esagerati. Ma le fotografie indicate come esempi negativi dimostrano come l’informazione per immagini negli Stati Uniti abbia solide fondamenta di rispetto verso le persone ritratte. E come i toni della campagna elettorale abbiano scosso questa correttezza. 

Riporto solo 4 esempi perché da soli mi pare esemplifichino bene il carattere del discorso di Shaw. 

  • didascalia:

    Hillary Clinton takes questions from reporters, Cedar Falls, Iowa (May 19, 2015). In recent weeks, the media and Republican candidates have criticized Hillary Clinton for the limited number of questions she has taken since announcing her presidential campaign. The former Secretary of State had answered just 13 (by NPR’s count) before the impromptu press conference after her small business roundtable event in Iowa.

  • firma: Danny Wilcox Fraizer
  • fonte: Instagram
  • titolo articolo: dannywilcoxfraizer

Una foto scattata del fotografo Danny Wilcox Frazier a Hillary Clinton mentre parla con i giornalisti, è stata postata su Instagram. Quello che a me sembra semplicemente un buono scatto che coglie espressione e atmosfera, è criticato perché il taglio, enfatizzando il dito alzato, ne forza l’interpretazione. La foto si trasforma in un atto d’accusa verso la candidata democratica poco disponibile a rispondere alle domande dei giornalisti. Ultertiore aggravante è la didascalia esplicita: in Iowa, dove è stata scattata la foto, dopo la tavola rotonda, la Clinton ha risposto solo a 13 domande.

  • didascalia: Best of #Handgun @ TedCruz head & @AP
    27 Dec 2015
  • fonte: Twitter
  • titolo articolo: Reading The Pictures
  • nota: l'autore è Charlie Neibergall ma su Twitter non compare

Ted Cruz, candidato repubblicano alla presidenza e a favore della legge sulle armi, è ritratto sullo sfondo di un manifesto e sembra abbia una pistola puntata alla testa. Secondo Shaw “la foto trasmette lo stato d'animo più aspro della campagna”. L’immagine ha scatenato un fuoco di fila di critiche online da parte dei siti conservatori. Siano state le intimidazioni o sia stato un ripensamento, AP l’ha ritirata dalla distribuzione.

  • didascalia:

    In-camera multiple exposure of Donald Trump at a town hall in Burlington, VT, on Jan. 7th, 2016. See more images from the 2016 presidential campaign here: www.nategowdy.com #realdonaldtrump #donaldtrump #trump #trump2016

  • firma: Nate Gowdy
  • fonte: Instagram
  • titolo articolo: nategowdy

In questa esposizione multipla, Gowdy [l’autore della foto ]«raffigura i tratti comportamentali  chiave di Trump: iperattività e impulsività”.  La foto è stata ampiamente pubblicata (Time, CNN, Al Jazeera) e postata anche sul feed Instagram del fotografo.

  • didascalia:

    Trump got his political start questioning the legitimacy of America’s first black president, and once defended his family’s real-estate business against federal discrimination charges.

     

  • firma:

    Evan Vucci/AP

  • fonte: New York Magazine

Quando, durante la campagna, per Trump arriva il momento di recuperare i voti dell’elettorato afro-americano si reca ad assistere ad una funzione religiosa alla Greater Faith Ministries Church di Detroit il 3 settembre del 2016. Il New York Magazine sceglie di pubblicare una foto ripresa da Evan Vucci per AP dove Trump appare poco partecipe e distante dall’atmosfera della funzione religiosa nonostante ci fossero un gran numero d’immagini che testimoniavano una presenza attenta . E anche la didascalia è fuori dalla norma: più di una descrizione dell’immagine è un’accusa.

 

Certo in Italia nessuno si scandalizza per questo genere di cose. In tema di fotografia giornalistica la cultura corrente nelle redazioni ha mantenuto gli stessi canoni che vigevano negli anni trenta a Omnibus (1937-1939) diretto da Leo Longanesi e poi al Il Mondo di Mario Pannunzio negli anni cinquanta. L’uso strumentale della fotografia era a tutto tondo, soprattutto un uso illustrativo di supporto al testo degli articoli, con didascalie allusive e ironiche. Recentemente La Repubblica ha iniziato a dare spazio a qualche reportage nella sezione R2 scegliendo con più oculatezza le immagin. In generale siamo però ancora distanti dal considerare la fotografia come un elemento informativo al pari della parola scritta. Se suscitano qualche polemica le cronache partigiane non succede altrettanto per fotografie usate a sproposito. E non c’è una Columbia Journalism Review a mettere in guardia giornalisti e fotoreporter.