Appello

Ospitiamo volentieri questo appello relativo al confronto in atto fra il teatro La Fenice e il collega Graziano Arici di cui abbiamo già dato notizia (news, La Fenice contro il diritto d'autore). É un confronto sulla concezione della cultura, del diritto d'autore e sull'informazione.
Sulla stampa locale, a Venezia, ha assunto rilievo in questi giorni, la vicenda che oppone la Fondazione La Fenice al fotografo Graziano Arici. Riteniamo tale vicenda espressione di atteggiamenti erronei che intendiamo denunciare. Il collega Graziano Arici, foto-giornalista iscritto all’Ordine da 23 anni, ha per più di 20 anni documentato, attraverso la propria professionalita’ e creatività, l’attività teatrale del Teatro La Fenice di Venezia. Il lavoro svolto, senza alcun contratto ma con singoli incarichi di volta in volta assegnati, costituisce un prezioso pezzo di storia del teatro lirico in Italia. L’importanza del lavoro e’ inoltre testimoniata dal fatto che, attraverso le sue fotografie del Teatro prima dell’incendio, cedute in uso senza alcun compenso, si sta effettuando gran parte dei lavori di rifacimento dei decori del Teatro stesso per renderlo “com’era”. Ora la Fondazione La Fenice vorrebbe sostenere, asserendo essere stato il ruolo di Arici puramente “tecnico”, che tutte le fotografie dell’archivio Arici relative agli spettacoli teatrali e quelle della ricostruzione, sono di esclusiva proprietà della Fondazione e minaccia, per vie legali, di impedirne l’uso al fotografo riservandosi, nel merito, la totale discrezione riguardo la loro diffusione. Ci troviamo di fronte ad un eclatante caso di esproprio dei diritti d’autore, sancito anche recentemente da una legge (legge 248/2000). Con questa logica si muove solo chi non ha capito che la fotografia è una scrittura, un atto interpretativo e un documento: un bene culturale riconosciuto tale e protetto ormai anche a livello istituzionale. Con questa arroganza agisce chi non si rende conto che in un’impresa pubblica, anche se trasformata in una Fondazione privata, in particolar modo se è Istituzione Culturale, debba prevalere il rispetto per l’ Autore, per la sua creativita’ e per la sua capacita’ di interpretare la realtà. Si tratta di un atteggiamento illegittimo e culturalmente oscurantista: e sorprende che il Comune di Venezia, il cui Sindaco è Presidente della Fondazione La Fenice, abbia concesso alla Fondazione stessa la privativa delle immagini sulla ricostruzione e accetti simili metodi di gestione dei rapporti con l’informazione. In questo senso quello che sta succedendo alla Fenice ci coinvolge tutti. Immaginiamo lo scenario: qualsiasi ente o istituzione che permetta l’effettuazione di riprese nell’ambito delle sue attività, potrebbe, secondo il “metodo Fenice”, rivendicarne la proprietà esclusiva o impedirne la diffusione. Ciò potrebbe estendersi, paradossalmente, a tutti gli archivi professionali e agli archivi della fotografia storica, magari con lo scopo di censurare immagini “scomode” non gradite agli attuali gestori. Si instaurerebbe un principio, forse non applicato sistematicamente, ma incombente, che chi governa o ha il potere su un’istituzione, può vantare diritti di proprietà, o di veto, anche su tutte le immagini che ne rappresentano l’attività. Come giornalisti, fotografi e persone che intendono difendere il ruolo e l’autonomia dell’Autore, intendiamo stigmatizzare e condannare l’atteggiamento della Fondazione La Fenice, riaffermare la nostra solidarieta’ al collega Graziano Arici, stimolare il Comune di Venezia, proprietario dell’immobile del Teatro La Fenice, ad una netta presa di posizione verso la Fondazione e ribadire l’importanza dell’affermazione del diritto d’autore e della proprieta’ dell’immagine. Firma Professione Testata o Agenzia Siete pregati di far girare e far firmare questa lettera a colleghi e a qualunque persona pensate possa essere interessata e coinvolta. Le adesioni vanno mandate, celermente, alla mail graziano.arici@tin.it grazie per la collaborazione