Di questa opinione anche alcuni commenti di addetti ai lavori Pedro Meyer su
ZoneZero scrive
"Trovo che Walski sia stato licenziato senza valide ragioni. Sembra che il giornale (
Los Angeles Times ndr) non abbia capito che l'immagine non è stata modificata nel suo significato, anche se si sono unite due parti di due scatti consecutivi. (...) Non ho visto, per esempio, sulla prima pagina del
LATimes nessuna delle foto di quei bambini iracheni uccisi dalle bombe statunitensi, e nemmeno le atrocità di guerra perpetrate dalle bombe americane cadute su una popolazione composta interamente da civili, i contadini della città di Hindiya, denunciate dalla Croce Rossa Internazionale. Questa è una reale omissione di fatti, non quello che ha fatto Brian Walski"
http://www.zonezero.com/magazine/articles/altered/altered.html (in inglese) Anche Jon Tarrant del
British Journal of Photography scrive che il significato della foto non è stato cambiato dall'intervento digitale ("In questo caso non vedo il danno, qualsiasi cosa sia stata cambiata nella manipolazione") e fa notare la contraddizione con la forzatura della didascalia.
http://www.bjphoto.co.uk/comment.shtm (in inglese) Interessante notare come ormai sia considerato normale lavorare sulle fotografie realizzate, manipolandole digitalmente, purchè ciò non comporti un distorcimento della realtà.
Questo cambio di mentalità dovuto all'avvento delle nuove strumentazioni digitali può essere pericoloso, perchè l'eccesso è sempre dietro l'angolo (vedi l'osservatorio di Fotografia & Informazione in proposito
http://www.fotoinfo.net/osservatorio/detail.php?ID=476 ), ma risulta inevitabile: le nuove tecnologie implicano sempre un adeguamento ed un cambiamento di mentalità. Purchè il tutto rientri nei limiti dell'etica e della deontologia professionale.