didascalia: Andrea Volpe, 28 anni (nella foto), il pentito della setta ha paura: “Non ho speranze per il mio futuro”. Ha ricevuto minacce di vendetta ed è terrorizzato.
firma: foto non firmata
fonte: Il Giorno, 27 settembre 2004, prima pagina Milano
titolo articolo: Bestie di Satana
Il quotidiano milanese Il Giorno ha pubblicato, nel dorso milanese della testata, in prima pagina a quattro colonne (su cinque in totale), una fotografia nella quale appare in primo piano un detenuto, accusato di omicidio, appartenente alla setta “Bestie di Satana”.
Accompagnato (“tradotto”, nel gergo della polizia carceraria) da appartenenti alle forze dell’ordine, il detenuto ha i polsi stretti nelle manette, ben visibili in primo piano.
Abbiamo altre volte fatto notare in questa rubrica come esista una precisa norma deontologica che proibisce ai giornali (e ai giornalisti che li concepiscono e confezionano) di pubblicare immagini di persone in manette. Si tratta dell’articolo 8 (Tutela della dignità delle persone) del codice deontologico sulla privacy, che tra l’altro prescrive: “Salvo rilevanti motivi di interesse pubblico o comprovati fini di giustizia e di polizia, il giornalista non riprende né produce immagini e foto di persone in stato di detenzione senza il consenso dell'interessato. Le persone non possono essere presentate con ferri o manette ai polsi, salvo che ciò sia necessario per segnalare abusi".
didascalia: Andrea Volpe, 28 anni (nella foto), il pentito della setta ha paura: “Non ho speranze per il mio futuro”. Ha ricevuto minacce di vendetta ed è terrorizzato.
firma: foto non firmata
fonte: Il Giorno, 27 settembre 2004, prima pagina Milano (particolare della precedente)
titolo articolo: Bestie di Satana
La norma è chiara e le deroghe che ammette non si applicano in questo specifico caso (non ci sono riferimenti nel testo ad eventuali abusi per la quale la legge ammette eccezioni) e in molti altri simili. Come mai spesso non viene rispettata?
Noi crediamo che il rispetto dei cittadini, inclusi quelli che sono sottoposti a procedimento penale per crimini orrendi, passi attraverso la rigorosa applicazione delle norme deontologiche da parte dei giornalisti. Si tratta di norme per le quali non sono concessi sconti, nemmeno di fronte a chi ha fatto parte di un gruppo che si autoproclama “Bestie di Satana”.