Ritorniamo su un argomento che ha a che fare con il buon senso e l’onestà intellettuale, prima ancora che con il rispetto della deontologia professionale. Com’è arcinoto, una precisa norma (l’ Art. 8 del
Codice deontologico relativo al trattamento dei dati personali nell’esercizio dell’attività giornalistica ) vieta la pubblicazione di fotografie che ritraggano “persone con ferri o manette ai polsi”. La violazione di tale norma è all’origine di varie sanzioni, anche recenti, che l’Ordine dei Giornalisti ha comminato a numerosi direttori di giornali (Paolo Mieli, del
Corriere della Sera, Maurizio Belpietro, del
Giornale e Pierluigi Fadda, del
Giorno)
vedi nostra notizia
vedi sentenza dell'Ordine dei Giornalisti della Lombardia
Con una “trovata” che sta a metà tra il grottesco, il perverso e il furbesco, ma che è grave per le sue conseguenze nei confronti della persona ritratta e per il mancato rispetto della sua dignità, ora anche
La Repubblica, alle pagine 16 e 17 della sua edizione nazionale del 12 ottobre 2006, pubblica con grande evidenza, a cavallo di due pagine, una immagine in cui, accompagnato da due poliziotti in borghese, appare il calciatore francese arrestato con l’accusa di aver violentato una ragazza. La “trovata” consiste, per l’appunto, nel nascondere non tanto il volto dell’arrestato, al fine di renderlo non riconoscibile, quanto le manette, abilmente camuffate con una pixellatura che non le fa vedere.