Aveva torto George Orwell ad immaginare, in 1984, una società totalitaria in cui il Ministero della Verità riscriveva i libri di storia e cambiava le notizie e le immagini dei giornali per adeguarli alla versione ufficiale del potere. Non c’è più bisogno di questi deliri da tiranni del secolo scorso. Per riscrivere la storia visiva di Milano secondo i desiderata dei suoi attuali amministratori e arrivare ad ottenere una diversa percezione della città bastano al Comune 5.000 euro (o, nel peggiore dei casi, il doppio) e le ambizioni ingenue di un esercito di aspiranti e sedicenti “autori, fotografi od artisti, con valide e comprovate capacità espressive” certi di trovare “un’occasione professionale” e “una concreta opportunità di contatto ed esposizione professionale”. E, mi raccomando, che siano, pena l’esclusione, “maggiorenni”. E’ quel genere di giovani - o meno giovani ma nuovi del mestiere - che, pur di vedere una loro foto pubblicata, sono disposti a cedere l’intero archivio a costo zero e a firmare contratti capestro, sempre nell’ottica che, in un meraviglioso quanto improbabile futuro, questa “occasione professionale” che gli si è presentata “offrirà una concreta opportunità di contatto ed esposizione professionale”. Un cliché di bieco sfruttamento del lavoro dei giovani che, per la sua ovvietà e inossidabile continuità nel tempo, dovrebbe essere insegnato a tutti i giovani nelle scuole, in modo che imparino a riconoscerlo e a difendersene.
Allora, cari lettori di fotoinfo, siete avvisati: partecipate in massa con le foto delle mura del Castello illuminate a festa, delle antiche vestigia romane della città, dei fantastici ed avveniristici padiglioni della Fiera, dei luccicanti negozi del centro, degli scattanti e dinamici manager che con il loro quotidiano lavorio portano tanto beneficio alle attività produttive della comunità meneghina,della fantasmagoria delle settimane e dei mesi e degli anni della moda, ecc. ecc. La lista dei soggetti fotografabili è fornita in calce al bando, per maggiore chiarezza e ad evitare pericolose incursioni in campi minati e problematici.
Un ultimo consiglio, soprattutto a quelli di voi che, frequentando questo sito, hanno l’abitudine di ritenersi degli attenti osservatori e testimoni della realtà, e in qualche caso magari anche dei pregevoli documentaristi: fate una cortesia, quelle ben note ma inutili immagini della realtà con cui rattristate quotidianamente voi stessi e anche gli altri, non presentatele, anzi, fate i bravi, eliminatele del tutto dal vostro archivio. Tanto sono fotografie digitali e con un paio di click possono definitivamente sparire dai vostri hard disk e dai vostri back-up.
Avete capito, no? di cosa parlo, o ve li devo nominare uno ad uno i temi che non possono assolutamente essere presentati, pena l’esclusione dal concorso?
Va bene, qualche suggerimento per i più insensibili e per i duri-e-puri lo posso anche fornire:
- di Via Padova è meglio non parlare,
- dei Rom nemmeno,
- il Lambro per favore lasciamolo stare,
- i quartieri dormitorio e le speculazioni edilizie sono da evitare del tutto,
- delle scuole pubbliche lasciate cadere a pezzi non se ne deve parlare,
- delle fabbriche che chiudono e dei loro operai in via di estinzione non c’è necessità di occuparsi,
- sulla viabilità e i trasporti pubblici non c’è niente da dire,
- sulla qualità dell’aria, nemmeno,
- sulla presenza di mafia e ‘ndrangheta, lasciamo stare,
- della corruzione nella pubblica amministrazione è vietatissimo informare i cittadini,
- ecc. ecc.
A pensarci bene, si potrebbe organizzare una bella improvvisata al Comune di Milano e ai suoi nobili soci: inondargli il server proprio di queste immagini che loro disdegnano. Chissà che, finalmente aperti gli occhi sulla realtà, il Comune non decida di affrontare i numerosi problemi che i cittadini ben conoscono per essere costretti a viverli sulla loro pelle ma che gli amministratori vorrebbero veder sparire del tutto, perfino dalle fotografie.
Vi invitiamo fin d’ora, in ogni caso, a boicottare questo concorso, non partecipando.
Se volete dare il vostro contributo al fallimento di questa discutibile iniziativa, potete firmare la petizione online che invieremo ai diretti interessati (Comune di Milano e Fratelli Alinari-Gruppo24Ore).
Marco Capovilla