Uscito documentario sulla vita di McCullin

  • didascalia: tessera di accreditamento di McCullin durante la guerra in Vietnam
  • fonte: http://artificial-eye.com/database/cinema/mccullin//pdf/pressbook.pdf

Un ritratto intimo del percorso umano e professionale di Donald McCullin: lo offre un documentario recentemente uscito nel Regno Unito, diretto da Jacqui e David Morris. Un filmato di 90 minuti che, oltre a ripercorrere la vita e la carriera del celebre fotografo, oggi 77enne, (anche) attraverso le sue parole, propone spunti di riflessione sui cambiamenti nel modo di fare informazione e su aspetti etici.

McCullin seguì, tra gli anni Sessanta e Ottanta, numerose guerre e catastrofi umanitarie per il magazine britannico The Sunday Times ed è considerato uno dei più grandi fotoreporter di guerra contemporanei. Lontano da anni, per scelta, dalle violenze e sofferenze dei conflitti, a dicembre è tuttavia ripartito per verificare e documentare la situazione in Siria, ad Aleppo, dove si è fermato alcuni giorni.

In un'intervista al periodico britannico The Observer, si è espresso così sul fotogiornalismo odierno: «Nessuno vuole vedere bambini che muoiono. Tutto ruota intorno alla celebrità, no? La fama, i look, la moda. Se vedo un'altra foto di Gwyneth Paltrow, penso che metterò la testa dentro al water. Abbronzature false, i Beckham, Jamie Oliver. Non ne posso più di tutto questo: ecco perché vado in Siria». «Voglio restare in contatto con me stesso» ha inoltre spiegato. «Non voglio diventare uno che se ne sta in una situazione comoda, con fare compiaciuto. Se non continuo a trovare stimoli alla mia età - vado per i 78 anni - mi verrà l'Alzheimer. Ho già avuto seri problemi di cuore e sono stato operato. Bisogna restare in contatto con se stessi, ricordarsi che c'è ancora qualcosa che resta [da fare]».

Maggiori informazioni sulla sua ultima esperienza e su altri aspetti della sua vita sono contenute in un articolo (“War photographer Don McCullin in final front-line trip”) e in un'intervista radiofonica della BBC (intervista di John Tusa per Radio 3). Per saperne di più sul documentario, inoltre, oltre a vedere il trailer ufficiale pubblicato su Youtube, è possibile consultare l'apposito pressbook.