Il materiale contenuto in "Questions to my father", accuratamente selezionato dal figlio Marco, rivela ancora una volta la spessa visione umanista di Bischof e la sua costante ricerca di linearità e immediatezza nella composizione dell’immagine.
Tranne qualche raro episodio legato all’esperienza del Bauhaus e al lavoro in studio tra la metà degli anni ‘30 e i primi anni ‘40, tutte le fotografie rimandano alle indagini realizzate in Europa dopo la seconda guerra mondiale ( una chicca è la veduta dall’alto di una manifestazione in Piazza del Duomo a Milano nel 1946, per protestare contro la separazione del Venezia Giulia ) e ai viaggi in India, Corea, Giappone e America Latina intrapresi dopo aver aderito alla Magnum nel 1949. E proprio di quest’ultima meta, che ha finito col rappresentare la fine del viaggio di Bischof, ci è rimasta un’icona, l’immagine del bimbo peruviano che suona un flauto – che non appartiene a questo volume di immagini inedite ma che è celebre per essere divenuta il manifesto di "The Family of Man", la grande mostra collettiva del 1955 che forse più di ogni altra seppe incarnare e sintetizzare l’ispirazione profondamente "globale" di un grande fotografo.