Da New York a Kabul è un libro fotografico che presenta il lavoro svolto dai fotoreporter dell'agenzia "VII" dall'11 settembre 2001 all'agosto del 2002. É un libro in cui il senso originale delle fotografie, la ragione per cui sono state scattate cioé l'informazione giornalistica, è mantenuto e arricchito. Se non un manifesto del lavoro dei soci dell'agenzia è senz'altro un ottimo biglietto da visita che sottolinea professionalità e stile dei suoi operatori. Una forte rivendicazione di ruolo per la nuova struttura frutto dell'aggregazione di sette fotogiornalisti: Alexandra Boulat, Ron Haviv, Gary Knight, Antonin Kratochvil, Christopher Morris, James Nachtwey e John Stanmeyer. Infatti: "La VII è un'agenzia di fotografi nata per rispondere ai drammatici cambiamenti che si stanno verificando in relazione alla proprietà, alla rappresentatività e alla distribuzione del giornalismo fotografico". E miglior incipit non potevano scrivere per sintetizzare la rivoluzione in corso nel mercato dell'informazione fotografica e per spiegare la mission della loro nuova struttura. Le fotografie del libro sono precedute da una cronologia che insieme alle didascalie, sempre con la data di ripresa e lunghe dove necessario, contribuisce ad una miglior lettura e contestualizzazione. I diversi reportage, eseguiti su diretta commissione di testate internazionali o prodotti autonomamente (sarebbe stato interessante far conoscere anche ai non addetti ai lavori le committenze dei singoli reportage), sono assemblati e impaginati da Jekill&Hyde di Milano, come un unico grande reportage nel rispetto dei differenti approcci alla notizia e stili di ripresa dei singoli fotoreporter, in un progetto grafico di Angelo Galiotto, poco o nulla penalizzante per l'integrità delle risprese originali. Si inizia con la fotografia di James Nachtwey del crollo delle Twin Towers a Manhattan, e nella didascalia viene precisato che Nachtwey "vive a solo qualche isolato di distanza, è stato fra i primi a fotografare la scena", per finire con una immagine di Gary Knight "Soldati del reggimento indiano dei fucilieri di Rajput pattugliano la strada principale tra Srinagar e Bandipore, Kashmir. Giugno 2002. Il reggimento è fiero della sua terribile reputazione ed è continuamente accusato di violazione dei diritti umani". Fra queste due fotografie si snoda il racconto per immagini dove è preminente l'ordine visivo più che quello strettamente cronologico. Dal Pakistan e Afghanistan di Boulat, Stanmeyer e Nachtwey, alla gente a Manhattan nei giorni immediatamente seguenti l'11 settembre di Kratochvil, al presidente George Bush di Morris, ai militari dell'Alleanza del Nord in cammino verso Kabul di Haviv e Knight, fino alla Palestina ancora di Nachtwey, Boulat e Knight. Alla fine abbiamo un buon libro fotografico che parla attraverso le immagini e i testi della professione di fotoreporter e non il solito algido coffee table book.