Modella, musa, compagna del più famoso fotografo di guerra della storia, Gerda Taro, al secolo Gerta Pohorylle, è stata soprattuto una donna straordinaria,in anticipo sui suoi tempi, per la coraggiosa partecipazione al dibattito politico-culturale e alla battaglia vera e propria. Impegnata intellettualmente e politicamente nei difficili anni della Repubblica di Weimar, lasciò per sempre la Germania per Parigi nel 1933, all'avvento dei nazisti al potere.
Bellissima, aspirava a riconoscimento sociale e integrazione, fu esule e frequentò a Parigi gli ambienti della sinistra internazionale e tedesca in particolare. Qui conobbe e si fidanzò con Andrè Friedmann che la avviò alla fotografia. Insieme, ma pare sia stato il fiuto commerciale di lei a prevalere in questo caso, i due amanti
si inventarono un personaggio immaginario, il ricco fotografo americano Robert Capa, avvolto di mistero e più appetibile per i giornali dell'epoca, che vivevano in quegli anni la grande stagione del fotogiornalismo, grazie a riviste come Vu, Life, Regards. Con questo nome d'arte firmarono le foto entrambi, finchè la personalità di Andrè si sovrappose completamente al personaggio Robert Capa,
costringendo Gerta a trovarsi a sua volta un nome d'arte. Così nacque Gerda Taro. Gerda Taro e Robert Capa, due nomi facili da pronunciare e ricordare, contemporaneamente difficilmente etichettabili linguisticamente e razzialmente. Un bel vantaggio in un'epoca di acceso nazionalismo, quando non di aperto razzismo.
La carriera fotografica di Gerda Taro è stata brevissima. Prima reporter di guerra donna e prima fotogiornalista a morire sul campo di battaglia, Taro lega il suo nome alla guerra di Spagna a cavallo degli anni 36-37. Per anni è stato difficile identificare e distinguere le sue fotografie da quelle di Capa.
Tra le cause anzitutto il credito fotografico: nei primi tempi entrambi firmavano le immagini come Robert Capa, successivamente come Capa & Taro, solo nell'ultimo periodo si trovano fotografie firmate 'Photo Taro'. Per quanto riguarda le prime sembra appurato che Capa usasse prevalentemente la Leica 35 mm, di formato rettangolare, mentre Taro la Rollei, che produceva immagini 6x6 quadrate. Dal febbraio 37 in poi Capa utilizzò una Contax 35 mm e Taro la vecchia Leica.
Se firmate Capa&Taro, queste immagini sono difficilmente attribuibili. Solo il confronto e lo studio comparato dei fatti storici e la ricostruzione degli spostamenti dei due rende possibile un'attribuzione certa.
Il 25 luglio 1937 un incidente d'auto sul fronte di Brunete costò la vita a Gerda Taro, interrompendone anche la carriera.
Considerata un'eroina della rivoluzione, immediatamente dopo la morte, la sua figura venne mitizzata per il coraggio e la generosità dimostrata dagli ambienti della sinistra e dell'antifascismo internazionale.
Dopo la guerra la sua figura venne progressivamente dimenticata e il suo posto nella storia ridimensionato, fino a ridursi a quello di amante di Robert Capa.
Oggi forse ritrova il posto che merita, riportando l'attenzione su un'avventura umana straordinaria e un'opera fotografica limitata ma importante dal punto di vista storico.
Una vicenda storica e fotografica che suscita in questi anni un rinnovato interesse fra gli studiosi, tra cui il biografo di Robert Capa Richard Whelan, che insieme a Irme Schaber e Kristen Lubben ha curato la mostra e questo catalogo.