Chi ben comincia...

Siamo a gennaio, dalle parti dell'Osservatorio di solito fa freddo ma per qualche istante respiriamo un'aria tiepida che sembra giugno. Perché? Per via del giornale che abbiamo appena comprato...
Esiste un settimanale che cita correttamente l'autore di ogni fotografia pubblicata, comprese quelle, formato francobollo, che si trovano incastonate nei cruciverba. E' un magazine che riconosce e valorizza la figura del photo editor; una rivista che si occupa di politica, storia, cultura, economia, ambiente (come dire giornalismo a tutto tondo) facendo un uso attento e completo dell'immagine, in tutte le sue declinazioni: fumetto, disegno, illustrazione fotografica, infografica, ritratto e, con peso prevalente, fotografia giornalistica. Sembra incredibile ma riesce a trattare con rispetto le più di cinquanta fotografie che mette in pagina ogni settimana, scegliendole con attenzione (e non solo dalle agenzie, spesso rivolgendosi direttamente ai fotografi) e concedendo una vera didascalia a tutte.
  • fonte: Da Internazionale 718, a corredo dell'articolo "L'Australia parla cinese".
Di quale testata si tratta? Del settimanale Internazionale, diretto da Giovanni De Mauro, con redazione a Roma ma in realtà con radici in tutto il mondo. Le sue fonti (dichiarate con puntigliosità) sono gli organi di stampa (ma anche le testate online) dei cinque continenti. Italia inclusa.

Molto spesso, questo miracolo di giornale si occupa di giornalismo. Sovente, di fotografia e fotogiornalismo. Un solo esempio, a caso, la riflessione "Belle notizie", di David Randall (sul numero 722 ma anche online ), che si interroga sull'esasperata ricerca della presenza fotogenica come fattore di moltiplicazione dell'importanza di un fatto.

Tra i segni particolari della rivista troviamo la pubblicazione di un portfolio, spesso inedito, ogni settimana. Nel numero 726 (l'ultimo su cui abbiamo posato gli occhi) gli scatti dolenti sull'uso dello stupro nel conflitto colombiano, per mano e occhio di Francesco Zizola. O il recente omaggio ad Alexandra Boulat, fotogiornalista dell’agenzia VII recentemente scomparsa, con una sua galleria di ritratti di vere donne qualunque. Da quattro a otto facciate con immagini a tutta pagina e testo ridotto al minimo necessario a spiegare chi ha fatto le foto, dove, come, quando, per chi e perché. Nientemeno.
  • fonte: Da Internazionale 725, frammento del portfolio "Storie di donne", di Alexandra Boulat.
Altro fiore all'occhiello è "Internazionale immagini": tre doppie pagine stampate senza margine alcuno (in apertura di giornale) che propongono tre notizie con altrettanti scatti (attuali o d'archivio) difficilmente scontati o già visti. E mai semplicemente d'effetto. Con didascalie complete e precise.

Per non farci mancare nulla, Internazionale ha anche organizzato il ciclo di incontri "Lezioni di giornalismo" (qui il programma) con sette intriganti appuntamenti, uno dei quali vedrà in "cattedra" James Natchwey, fotogiornalista di fama mondiale (16 aprile 2008).

Ciliegina sulla torta, con il primo numero del 2008 si inaugura una rubrica tenuta da Christian Caujolle (già photo editor di Liberation, cofondatore dell'agenzia Vu) intitolata semplicemente "Immagini", con un respiro vastissimo, sia geografico sia culturale. Per introdurre la rubrica, Internazionale riporta un'intervista tratta da Le Monde, scritta da Michel Guerrin e corredata da un inquietante ritratto realizzato da Antoine D'Agata.

Cominciamo bene l’anno. Internazionale è la dimostrazione stampata che è possibile fare informazione (e che informazione!) anche con la fotografia. Anche in Italia.