Le interviste sulla fotografia nei link qui sotto
Le interviste sulla fotografia, pubblicate a puntate su Fotografia & Informazione, sono la trascrittura di un ciclo di incontri, avvenuti tra il 2007 e il 2008, con personalità che, a diverso titolo, la fotografia producono, studiano, utilizzano, come fotografi, critici, storici, photoeditor, galleristi, manager, ecc.
Il confronto di molteplici esperienze e punti di vista ha lo scopo di fare luce sulle differenti visioni, specchio di sensibilità individuali e inclinazioni professionali, sul ruolo e il compito dello stesso medium, analizzato e utilizzato da prospettive diverse. Questa ricerca è nata dalla, ovvia, considerazione che il mezzo fotografico è, da protagonista o da comprimario, attore in campi tra loro diversissimi e apparentemente inconciliabili: dalle pareti delle gallerie alle pagine dei tabloid, dall’editoria più raffinata alla comunicazione pubblicitaria, fino alla fotografia vernacolare e diaristica, in posti che tra loro nulla hanno in comune possiamo trovare delle fotografie. A volte, cosa ancora più straordinaria, le stesse fotografie. Il reportage sulle pareti delle più celebrate gallerie del mondo non è una novità, la presenza di opere fotografiche destinate in prima istanza al mondo dell’arte sulle pagine di giornali mainstream, neppure. Il mondo della fotografia è uno strano ibrido, caduti gli steccati tra i generi si possono trovare arte e cronaca nelle stesse rassegne, nelle stesse manifestazioni. In questo, il mondo della fotografia è veramente contemporaneo, perché, con la scusa dell’utilizzo dello stesso mezzo di comunicazione, permette l’incontro di realtà che hanno in comune veramente solo la modalità meccanica-chimica-tecnologica di produzione dell’immagine, non più di quanto possano avere in comune letterati da Nobel e addetti alla compilazione dei manuali di istruzione degli elettrodomestici. D’altro canto, le varie storie della fotografia sono anche storie delle evoluzioni del mezzo tecnologico e dei suoi utilizzi in campi diversissimi tra loro, dalla scienza all’arte al giornalismo, ecc. Per fare un esempio, il ruolo del photo editor è veramente di frontiera. Se nelle redazioni è in contatto con un ambiente che agisce, ragiona, giudica e scrive con criteri giornalistici, deve comunque tenere gli occhi aperti sul panorama artistico internazionale, se non vuole rischiare di utilizzare un linguaggio vecchio e stereotipato, ripetitivo. Considerando anche tutti gli altri attori che nella fotografia vivono, mi interessava capire come avviene il confronto tra mondi vicini apparentemente, ma che operano con logiche e finalità proprie, differenti, quando non opposte.
Queste interviste sono state innanzitutto l’occasione per presentare pensieri originali di individualità che hanno molto da dire sulla fotografia, e che molto esprimono attraverso le proprie opere. Restano pertanto valide anche prese singolarmente. Sono state per me occasione di incontri interessanti e piacevoli. Spero che ciascuno degli intervistati ritrovi espressa in queste, almeno in parte, la propria idea di fotografia.
Ringrazio tutti gli intervistati per la disponibilità e la gentilezza, per il tempo e l’impegno dedicato a questo lavoro, altrimenti impossibile.
Federico Della Bella